Dipinto antico, Cerchia di Hendrick de Somer (1607-1656) - Mercurio addormenta Argo suonando il flauto

Dipinto antico, Cerchia di Hendrick de Somer (1607-1656) - Mercurio addormenta Argo suonando il flauto

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Questo dipinto è un olio su tela della prima metà del Seicento, di qualità eccelsa, e che misura senza cornice 160cmx160cm. Le misure sono 164cmx164cm con la cornice. La cornice è un listello dorato e moderno. L'opera è di legittima provenienza. Presenta sul retro quella che sembrerebbe la sigla "d.S.", che si può interpretare con "de Somer".

L'opera che stiamo presentando oggi presenta molti caratteri in comune con "Mercurio addormenta Argo suonando il flauto" di Hendrick van Somer (o de Somer). Infatti il volto di Mercurio presenta gli stessi connotati del Mercurio attribuito al Somer, e inoltre la composizione del dipinto in oggetto riprende quella di "Lot e le figlie", databile tra il 1640 e il 1650. Un particolare di quest'ultimo dipinto è presente anche nella nostra opera: la raffinatissima brocca a destra in basso.
Il cane che dorme in basso a destra è molto simile nei due dipinti che hanno lo stesso soggetto(vedi immagini allegate nella descrizione).

Questo dipinto ovviamente non è una copia, ma ci sono molti elementi a sostegno della paternità di de Somer.

Il de Somer è un pittore molto importante nella storia dell'arte napoletana e i suoi dipinti si conservano in chiese della città, nonchè nel Museo Nazionale di Capodimonte, e nella Galleria Nazionale di arte antica di Palazzo Barberini a Roma

Hendrick van Somer è generalmente identificato con l'Enrico Fiammingo, menzionato nelle Vite dei Pittori, Scultori, ed Architetti Napolitani (1742-1743) di Bernardo De Dominici tra gli allievi di Jusepe de Ribera.

Come risulta dagli atti inerenti al matrimonio di Viviano Codazzi, di cui Van Somer fu testimone, nel 1636 (la data di tali documenti) il pittore aveva ventinove anni e da dodici viveva a Napoli. Ciò consente di individuare Al 1641 risale la pala d'altare, raffigurante il Battesimo di Cristo ed eseguita per la chiesa napoletana di Santa Maria della Sapienza, che è ad oggi l'unica opera di Van Somer di cui si conservi la documentazione relativa alla commissione del dipinto, che ne rende incontrovertibili data e spettanza.


Se nella pala della chiesa napoletana si coglie ancora in pieno il riferimento a Ribera, negli successivi la pittura di Van Somer si arricchisce di ulteriori influssi, derivanti dall'esempio di altri maestri napoletani che si affermano in quegli anni, quali Massimo Stanzione e Bernardo Cavallino. La tavolozza di Hendrick mitiga il tenebrismo riberesco e si apre al colore neo-veneto che in quel periodo (come parallelamente accade a Roma) tende a prendere il posto del netto chiaroscuro di matrice caravaggesca.

Opere come Lot e le figlie - in più versioni, prove che sono intimamente legate, anche sul piano compositivo, ad esempi dello Stanzione - e il Sansone e Dalila, sono esempi di questa evoluzione.

Tra le ultime possibili aggiunte al catalogo del Van Somer vi è un notevole dipinto raffigurante Mercurio che addormenta Argo al suono del flauto, opera in passato attribuita a Pier Francesco Mola, ma recentemente proposta come prodotto del suo pennello.l'anno della sua nascita (1607) e di collocare il suo arrivo nella capitale del Viceregno nel 1624.

L'evento raffigurato nella mitologia è il seguente: Mercurio (Hermes nella mitologia greca) addormenta Argo, un gigante dai cento occhi, per ordine di Giove (Zeus) per liberare Io, che era stata trasformata in giovenca e sorvegliata da Argo per volere di Giunone (Hera). Mercurio, dopo aver fatto addormentare Argo, lo sconfiggerà e libererà Io.

L'opera si presenta in eccellenti condizioni di conservazione con qualche piccola menda sul retro. La tela risulta ben tesa sul telaio ed è stata rinforzata con un intervento di strip lining, ossia di tensionamento dei margini attraverso l'applicazione di una nuova tela sugli stessi. L'opera non necessita di nessun tipo di restauro ed è stata pulita.

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